Appunti per una filosofia a venire

1 Ogni esistenza si fonda su di un atto di fede. Questa è l’opzione fondamentale, l’apertura fondamentale dell’essere che determina ogni possibile comprensione e orientamento successivi. C’è alla radice di ogni esistere una scelta fondamentale, ed essa precede e determina il campo di ogni decisione, riflessione; anzi, ne ordina le varie possibilità. E questa scelta è la scelta per o contro Dio, essa è l’orizzonte dell’etica. Ha ragione Levinas quando dice che l’etica è la filosofia prima, e lo è come risposta ad un appello. Il pensiero viene dopo, chiarisce, approfondisce, collega, suffraga, dimostra, argomenta, invalida e argomenta; in breve: pensa. E dunque costruire una splendida dimora intorno a quel sì!, o un atroce labirinto, non sempre praticabile, intorno a quel no!

2 Ritengo che una nuova filosofia debba percorrere un cammino, per certi versi, inverso a quello heideggeriano. Mentre il filosofo tedesco parte da una riproposta del problema dell’essere, tra l’altro subito tradito nei suoi elementi fondamentali, per giungere a quella che con Del Noce possiamo definire una forma di “sociologismo”, la domanda che oggi dobbiamo porci è la seguente: che ne è dell’uomo? posta questa domanda si ripropone necessariamente, non solo per la filosofia cristiana, la questione dell’essere, dell’Essere Eterno.

3 È più che mai necessario riascoltare la lezione dei Padri della Chiesa che misero assieme kerigma e filosofia, dimostrando, nei fatti, come sia possibile una filosofia della, e nella, fede. Qui oltre che nella filosofia medievale si trova il punto di volta per superare il dogmatismo della filosofia illuminista e neo – illuminista che predicano l’ultimo, il relativismo e l’altro la separazione tra filosofia e fede.

6 Abraham J.Hesckel, che qui pare ripetere quasi alla lettera quanto aveva già detto in merito Edith Stein negli anni ’30,  critica giustamente il concetto di gettatezza di Heidegger quando, in Che cos’è l’uomo, dice: “Non sono io a far esistere il mio essere, bè vi sono stato gettato: il mio essere obbedisce ad un ordine: Esisti!.  Vale proprio la pena di confrontarlo con quanto diceva Edith Stein in Essere finito ed Essere eterno: “Per quanto si cerchi forzatamente di passarlo sotto silenzio o di proscriverlo come senza senso, torna sempre a riproporsi dalla specificità dell’essere dell’uomo in modo irrecusabile sempre di nuovo; esso esige un essere che, senza fondamento, sia fondato in sé, e fondi, ma sua volta, l’essere dell’uomo; esige in Essere che getti il gettato. In tal modo, l’essere gettati, la deiezione, si svela come creaturalità.

 

7 Se accettiamo per valida l’analisi di Augusto Del Noce circa il processo di secolarizzazione che, in modo particolare, investe l’Italia, ci chiediamo: qual è la fase odierna e quale il prossimo passo?  Ovvero: quali sono le armi e le strategie di questo sotterraneo e trasversale partito della secolarizzazione? Ci pare che possano essere individuate più o meno nei seguenti punti:                    a) Immigrazione senza limiti né controlli, allo scopo di creare, di fatto,  una società multietnica al posto di quella  nazionale.

b) Creare sempre più una società opulenta sazia di sé, atea e agnostica, e nella pratica etica, relativista.

c) Acuire la spaccatura, scisma strisciante, che esiste nella Chiesa cattolica dal Vaticano II in poi, tentando di far perdere alla Chiesa il senso profondo della sua missione: l’annuncio del Vangelo.

d) Snaturare l’identità cristiana, attraverso la scuola, l’industria culturale, la legislazione, alimentando l’odio che l’Occidente nutre per sé.

e) Imporre e favorire ed alimentare la secolarizzazione anche, e soprattutto, all’interno della Chiesa.

i) Continuare a mascherare la verità culturale (storica, filosofica artistica e letteraria), scrivendo manuali scolastici secondo la logica del “politically correct “, per esempio nascondendo le atrocità commesse dall’islam nei confronti delle terre cristiane durante la storia e leggendo le crociate solo in chiave anti – Occidentale.

l) Alleanza tra partito della secolarizzazione e islam moderato per distruggere la civiltà cristiana.

m) tener presente che la differenza tra islam moderato e islam fondamentalista consiste solo nella strategia operativa di conquista del medesimo.

n) Ritorno alle origini, anche in filosofia, ritorno a san Tommaso e ai Padri della Chiesa.

 

14 La risposta alla crisi di valori, al nichilismo, nel quale è caduta la civiltà europea è un nuovo Rinascimento, un nuovo Umanesimo, fondato sul cristianesimo e sulla religione. Questo non sarà solamente un rinascimento italiano, ma anche europeo. E come al tempo della caduta dell’impero romano, all’alba del medioevo, fa la Chiesa a gestare in sé la nuova Europa, così oggi la Chiesa è di nuovo chiamata a questo compito epocale essa ritorna ad essere il faro e la guida della civiltà europea. Questo è, tra l’altro, il significato cristico del nome del nostro papa attuale Benedetto XVI. Qui sta il senso della missione della Chiesa.

 

15 La Parabola contenuta nel capitolo XX di San Matteo, quella relativa agli operai mandati a lavorare nella vigna, esprime chiaramente la condizione esistenziale dell’uomo. Solo il lavoro nella vigna del Signore dona gioia e pace; il resto solo noia. La noia è appunto la condizione dell’uomo senza Dio, il suo ateismo pratico.

 

16 Personalmente non ritengo che la violenza senza senso di tanti giovani del mio tempo sia tanto diversa dalla violenza ideologica degli anni di piombo, come, invece, alcuni sostengono. E nemmeno diversa dalla violenza dei primi anni del Novecento: semplicemente è violenza. Chi tende a fare così, come per esempio Galimberti nei suoi scritti, lo fa per giustificare la violenza ideologica del ’68 e, in fondo, per giustificare la violenza, violenza che è indegna dell’uomo.

 

17 Lo spirito della tecnica crea il dominio dell’essere determinando ciò che è e ciò che non è in base al suo stesso raggio di azione. In breve, ciò che può essere oggetto della tecnica esiste, ciò che, invece, non lo è, nemmeno esiste e poiché lo spirito della tecnica pervade da sé ogni cosa, la questione diventa ontologica. Ora, giacché dietro lo spirito della tecnica si nasconde la volontà di potenza, la nichilista wille zur macht, la questione si ripropone nei termini di un’analisi delle origini del nichilismo moderno.

 

18 L’ateismo è il rifiuto dell’offerta salvifica donataci da Dio in Cristo, e quindi il rifiuto alla condizione di peccato dell’uomo. Chi non crede che Cristo è Dio, chi non crede in Cristo è ateo, qualunque sia la sua fede.

 

19 Gli studi di Del Noce ci spingono a chiederci cosa determini l’opzione fondamentale, visto che l’ateismo nasce come un rifiuto dello status naturae lapsae. La domanda diviene esistenziale. Ma sta  di fatto che il marxismo, in un certo senso, ha pensato la società opulenta come una società di massa,  e così le ha eroso la speranza. In più la dimensione nichilista del fenomeno da sì che l’uomo non confidi che nella scienza. Questo potrebbe essere, difatti, il motto delle nuove generazione: Crediamo nella tecnica.

 

20 L’Essere è la vita e la vita è l’essere di Dio.

 

21 Io sono responsabile degli altri non perché sono libero, ma sono libero in quanto sono responsabile degli altri.

 

22 Se il grido  dell’uomo folle nietzschiano era : “ Dio è morto!”; il grido  - ma certo non si può qui parlare più di grido, piuttosto di smorfia –  dell’uomo della società opulenta è: “Dio è inutile!”.

 

23 La società opulenta, la società del benessere si fonda sull’indimostrato, ma a priori, rifiuto dello staus naturae lapsae dell’uomo, radicalmente post – rousseauiana nella sua matrice, … alla liberazione degli istinti. Il paradosso consiste nel fatto che il pensiero sessantottino, di cui Marcuse fu il profeta, ne è un aspetto costitutivo. Eros e civiltà non è affatto il manifesto di condanna della società borghese, come forse voleva essere, ma l’obiettivo cui tende la stressa società opulenta che, come ha giustamente riconosciuto Del Noce, conserva “il grado massimo di alienazione con la massima distribuzione del benessere.

 

24 Per progresso dobbiamo intendere l’incremento dell’efficacia e del risultato nell’orizzonte della tecne.

 

25 Inoltre, la tecnica, nata dalla in ambiente cristiano con lo scopo di emancipare l’uomo e di liberarlo dal dominio delle forze della natura, lo ha imprigionato perché ha dimenticato Dio. Lo sviluppo della tecnica è perfettamente coerente col comando divino espresso nel libro del Genesi, in cui Dio dice: “Dominate la terra e soggiogatela!”. Invece, il pensiero di Nietzsche è perfettamente aderente ed interno allo spirito della tecnica, in quanto  il suo vitalismo il suo superuomismo  non sono che primitivismo; aspetto, questo, tipico della società opulenta in cui predomina la tecnic. E lo è anche nella sua versione ammorbidita quale risulta essere il pensiero debole di Vattimo.

 

26 Nella società del benessere, nella società opulenta il cristianesimo, nel suo tentativo di riconciliarsi con il mondo  scade nel pelagianismo. Come leggere la strisciante opposizione di alcuni alla teologia di papa Benedetto XVI  di alcuni cattolici, se non in questo senso? Spesso questa non è critica teologica, che è legittima, ma messa in dubbio del dogma.

 

27 La società opulenta non è la conseguenza dello sviluppo della tecnica, ma è vero il contrario: la società opulenta genera il pan tecnicismo. Essa è quella società che ha vinto il marxismo, ma che ne conserva tutti gli aspetti, in un certo senso, nichilisti.

 

28 L’irreligione occidentale caratterizza la società opulenta. E Del Noce insegna che la matrice di questa irreligione è sempre il marxismo.

 

29 Il marxismo sopravvive, come non oltrepassato, nella società opulenta nel suo aspetto di critica delle ideologie; ma, questo aspetto diviene congiunte all’accrescimento del mercato, in quanto sradica l’uomo e lo getta nella società di massa. La società opulenta è dunque quella società di massa in cui l’uomo è ridotto ad acquirente e a produttore. Egli si identifica con i suoi bisogni che sono costitutivi del suo mondo. Il suo essere si misura nella quantità dei suoi bisogni.

 

30 È un grave errore credere che il cristianesimo sia di ostacolo allo sviluppo della scienza e con esso della tecnica, così ci si giustifica dicendo: Aboliamo il cristianesimo e fondiamo un mondo a misura d’uomo, un mondo finalmente libero. Ma questo non era forse obiettivo primo del marxismo come filosofia e del comunismo come sua realizzazione politica?

 

31 A proposito della identificazione dell’uomo con i suoi bisogni, è interessantissima l’analisi che di questo poeto ne fa Levinas…

 

32 Del Noce quando parla dell’irreligione naturale la chiama anche “eclissi del sacro”, termine, questo, identico a quello usato da Martin Buber come titolo di un suo saggio.

 

33 Questa la domanda essenziale che Del Noce si pone e ci pone: “Non può dirsi allora che l’irreligione attuale del mondo occidentale non sia che il riflesso del fatto che questo mondo subisce, nell’opposizione che le è costitutiva, il marxismo in ragione di un mancato reale oltrepassamento?”

34 Non è la società che corrompe l’uomo, poiché la società corrotta è frutto delle azioni dell’uomo che è già corrotto dentro di sé dal peccato. Imputare alla società le colpe dell’uomo non risolve il problema, ma lo acuisce. Il sociologismo, in quanto relativismo integrale, che ha applicato al marxismo stesso la critica delle ideologie che il marxismo applicava a tutto, è l’essenza della non – filosofia contemporanea. La contrapposizione con la filosofia è netta come osservato da Del Noce quando dice: “Relativismo integrale;

35 In realtà, siamo giunti ad un grado di empietà maggiore, e finora mai visto, rispetto allo stesso ateismo classico, in quanto qui viene negata la verità stessa. Ricordo che durante la conferenza che Vattimo tenne a Caserta verso la fine del 2006 o agli inizi del 2007, commentando la frase di Aristotele Amicus Plato, sed magis amica veristas, l’illustre filosofo torinese ebbe a dire che lui preferiva l’Amore di Platone alla verità, in breve: l’eros alla verità. questo la dice lunga sullo spirito del nostro tempo che è spirito di menzogna e nient’altro.

40 Per irreligione naturale si intende un fenomeno di massa, per nulla elitario; essa è la conseguenza e, allo stesso tempo, il termine di un processo filosofico iniziato in età moderna che nasce da una presa di posizione rispetto alla caduta iniziale, Del Noce ritiene che sia avvenuto uno spostamento per cui lo stato decaduto, conseguenza del peccato originale viene ritenuto essere naturale e, di conseguenza, viene cancellata la coscienza del peccato. Questo fatto genera alcune conseguenze. Innanzitutto l’esistenza innegabile del male viene immutata non più al peccato, ma alla società e, fatto per nulla irrilevante, nasce il pensiero utopico, anche in ambiente cristiano. Anzi è proprio lì, visto che l’ateismo all’inizio dell’età moderna è un fenomeno di élite, che si sviluppa intorno al XVII secolo il pensiero libertino, contro il quale si scaglierà Cartesio stesso. Se il male è nella società, e noi aspiriamo alla società giusta, sono l’utopia più il messianismo più l’idea della rivoluzione a produrla.

quello di mostrare come la tecnica non esclude di per sé il cristianesimo, quasi che l’abolizione del cristianesimo fosse necessaria alla costruzione di una società a misura d’uomo, questo è un pregiudizio illuminista per nulla dimostrato.

 

42 Altro aspetto rilevante dell’occidente è la separazione tra spirito di progresso e rivoluzione

 

80 Nietzsche non ha fatto altro che intuire il ritorno del paganesimo in Europa, senza sapere che ciò avveniva già all’interno di quella opzione fondamentale che l’Occidente aveva già fatto con il razionalismo.

83 Se l’opzione fondamentale, ovvero quella scelta che specifica tutto il nostro essere a partire dalla risposta data alla verità, determina in partenza l’orizzonte all’interno del quale come pensatori poi ci muoveremo, è ovvio che il momento etico è tetico, e precede qualsiasi teoresi. Infatti, è a partire da quella opzione fondamentale che io mi deciso e decidendo decido che ne sarà di me e del mondo. Ma questa opzione fondamentale non è originaria. Essa è una risposta, anzi, la risposta ad un appello, poiché veramente originario è il logos, che è l’Essere Eterno, cioè Dio.