la crisi etica del nostro tempo

Ridefiniamo il concetto di etica e che senso ha riproporre un testo di San Tommaso (ST) riguardo al problema di etica in un contesto temporale come il nostro? Vediamo l’attualità del pensiero di S. Tommaso d’Aquino.

 

ETICA: è una parola greca che deriva da ethos – ethou che significa Costume ed è l’equivalente latino di mos-moris da cui viene la parola morale .

L’etica ha a che fare con il comportamento degli uomini . Etica è stata definita da Aristotele come una scienza pratica , cioè una scienza il cui oggetto è l’agire dell’uomo e nel pensiero aristotelico era strettamente collegato all’altra grande scienza che ha a che fare con il fare ,con l’agire ,con il produrre azioni cioè la politica . Quindi a noi interessa la dimensione dell’agire umano nelle relazioni interpersonali.

Ma questo non può prescindere da cos’è l’uomo e non si può concepire l’agire dell’uomo senza aver definito l’essere dell’uomo . Questa è già una posizione ben precisa cioè far discendere l’agire di un ente , in questo caso dell’uomo , l’agire razionale dell’uomo, a partire dalla definizione di quest’ente cioè cosa questo ente è . Perché dire che “l’agire è una conseguenza di ciò che si è” è già porsi con una certa ontologia e metafisica . Una certa metafisica che contrasta con il pensiero contemporaneo per il quale io prima agisco e poi in base all’azione definisco ciò che sono . Il pensiero moderno e contemporaneo infatti fa discendere ciò che un ente è dal modo in cui (in questo caso l’uomo) agisce. Si definisce ciò che l’uomo è a partire  dal progetto che l’uomo ha su se stesso , come diceva Heidegger .

Mentre i filosofi greci dicevano invece il contrario e cioè che l’agire è una conseguenza dell’essenza di un ente (l’uomo in questo caso) .

Noi possiamo dividere la filosofia in filosofia classica cioè quella greca  e quella medievale da un lato e dall’altro abbiamo la filosofia moderna e contemporanea che da kant in poi ribalta tutti i paradigmi della filosofia classica . Questo già ci fa capire che ci troviamo in una posizione dissonante rispetto alla cultura nella quale ci troviamo perché la modernità si presenta come una frattura nei confronti del pensiero classico , in un certo senso come un rifiuto di alcune tematiche fondamentali   del pensiero classico . Questo ci serve per porre la questione dell’attualità dell’etica di S. Tommaso.

La posizione di questo corso punta infatti ad affermare  che in maniera teoretica e forte l’attualità del pensiero di ST in relazione  alle aporie della modernità stessa . Cioè paradossalmente si punta a dimostrare e indicare il pensiero di ST come più moderno e prossimo a noi di quanto non sia il pensiero moderno stesso  .  Quando parliamo del pensiero moderno dobbiamo pensare all’etica kantiana e al pensiero di Nietzsche per esempio .

S. Tommaso d’Aquino ha cristianizzato il pensiero di Aristotele e dunque rientra nel paradigma classico. Ma per una torsione del tempo della storia, oggi questi è ancora più attuale dei filosofi contemporanei e il suo pensiero è sempre attuale . S. Tommaso d’Aquino è interessante per noi perché fa emergere le aporie, dal punto di vista etico, della modernità. Il pensiero quindi di S. Tommaso d’Aquino è di un’attualità dirompente perché è un pensiero metastorico cioè è un pensiero metafisico il che vuol dire che io mi pongo in posizione non relativista, rifiutando il relativismo storico, il relativismo filosofico, e mi rifaccio al pensiero metafisico e affermo che ST è di grande attualità. È un pensiero cioè in grado di dare risposta sensate alle difficoltà del nostro tempo .

Ma il tempo in cui ci troviamo che tempo è? Cioè qual è la tonalità fondamentale del nostro tempo ?Cioè dal punto di vista filosofico quali sono , in ambito etico , quelle impostazioni che creano un clima culturale all’interno del quale ci troviamo? 

Sicuramente la concezione neo illuminista che si rifà al pensiero kantiano e all’etica di Kant e al pensiero del super uomo di massa di impostazione nicciana . Il relativismo sia etico, il cosiddetto emotivismo non sono altro che una conseguenza del pensiero di Nietzsche e per certi aspetti del pensiero di Marx, ma sicuramente anche dell’etica kantiana.

Per dire che il pensiero di ST è attuale, bisogna vedere un po vedere cos’è il modello kantiano dell’etica e il modello emotivista dell’etica che si rifà a Nietzsche .

 

Kant (K)

Riprendiamo il pensiero di Kant per definire il paradigma all’interno del quale avviene la crisi .

Il problema etico è affrontato da K nella Critica della ragion pratica (Crp) che è la seconda critica Kantiana dopo la Critica della ragion pura (CrV) . Ora nella Crp , K in ambito morale ripropone la stessa operazione che aveva fatto nella CrV e che rifarà nell’ambito dell’estetica . Cioè quella che lui chiama la rivoluzione copernicana , cioè l’uomo al centro del discorso filosofico .

In ambito etico quindi K riprende la rivoluzione copernicana . In ambito teoretico la rivoluzione copernicana consisteva nel ritenere che le leggi della natura dipendessero dalle forme a priori del soggetto conoscente, sia dell’intuizione che delle categorie del pensare . Cioè non è più l’oggetto al centro e il soggetto che dipende dall’oggetto ma viceversa è il soggetto che prescrive all’oggetto. Cioè la realtà dipende dal soggetto . Ciò che opera Kant è la convinzione secondo la quale nell’ambito della conoscenza della natura è il soggetto che prescrive alla natura la sua legalità . Non  esiste un sistema di leggi al di fuori del soggetto ma queste leggi dipendono dall’attività teoretica del soggetto stesso . Ma in ambito morale Kant dirà la stessa cosa, cioè opera all’interno dalla Crp la stessa rivoluzione copernicana , cioè lo stesso spostamento tra soggetto e oggetto . Di cosa si tratta nell’ ambito della Ragion Pratica? La volontà, cioè quella che nella filosofia classica di S. Tommaso d’Aquino è l’intelletto pratico , perché la volontà razionale ha a che fare con l’agire . È la dimensione razionale dell’uomo legato all’agire, la volontà è qualcosa che inerisce all’uomo , non inerisce all’animale ne alle piante.

La volontà è determinata da questo libero arbitrio , da questa capacità di valutare le conseguenze degli atti, è un fatto razionale , è un agire e pensare razionale .

Qual è cioè il senso della rivoluzione copernicana che opera K nell’ambito della Crp? Il fatto che la morale non è eteronoma ma autonoma .

Kant dice che la volontà non è buona perché vuole una cosa buona , ma è buona perché tende all’universale . Universale significa razionale .

Quindi la volontà di un azione non si misura a partire dalla bontà dell’oggetto , ma a partire dal tendere di questa volontà che agisce , volontà individuale , verso l’universale . Questa è l’idea di k , questo è il ribaltamento del rapporto tra soggetto che agisce e l’oggetto su cui cade l’azione .

Tra l’altro K dice che l’azione non è buona se è prescritta da una legge che non è data dalla ragione perche non dipende dalla ragione ma da qualcosa che è eteros , altro rispetto alla ragione . Allora in abito morale ed etico k dice chiaramente : No, la ragione è autonoma cioè è legge a se stessa . Autos = se stesso , nomos = legge .

Qui di parla della ragione universale, siamo nell’ambito dell’illuminismo. Kant stesso definisce il concetto di Illuminismo come capacità dell’uomo di uscire dallo stato di minorità e di servirsi della propria ragione. Ma la ragione qual è?

La ragione universale .

Ripetiamo : Kant dice che in campo morale la ragione non è individuale ma una ragione universale perché tutti gli uomini dotati di ragione agiscono secondo quell’unica ragione universale il che significa che l’agire umano non si deve fondare su qualcos’altro , ma solo su se stesso !!!

Perciò è autonoma , legge a se stessa .

Quando , dunque , un’azione è buona?

La ragiona è buona solo se tende all’universale .

Ma cosa significa tendere all’universale ? Perché ad un certo punto si devono pur dare delle norme. Ma k non da delle norme contenutistiche ma da delle formule , da dei principi di modo che ognuno che agisce sa se il suo agire è in funzione del bene etico.

Quindi la volontà è buona perché tende all’universale . Ma noi possiamo dire secondo K che l’agire di un uomo dipende da una determinazione che l’uomo da a se stesso . Nel caso della soggettività che determina se stesso , si parla di una massima. Es: voglio una vita spericolata : è una massima .

Kant dice che l’agire dell’uomo in quanto agire individuale è sempre determinato da una massima perché l’uomo è soggetto dotato da una volontà  e la volontà è intesa da K come la capacità di determinare dei fini e di perseguirli .

Noi siamo dotati di volontà e la nostra azione è determinata da una massima . Ora come faccio a sapere che quest’azione è morale o meno?

A questo punto Kant parla di formule dell’imperativo categorico, ovvero di norme universali e, perciò, razionale cui il singolo deve attenersi se vuole agire in maniera etica, conformando alla legge universale – razionale il suo agire particolare.

 

La PRIMA FORMULA DELL’IMPERATIVO CATEGORICO dice : agisci in modo che la massima del tuo agire possa tendere ad una legge universale .

Perché se la massima del mio agire , riguarda l’uomo in quanto uomo e non solo pincopallino, in quanto universale , cioè razionale , è morale perché ciò che fa morale l’azione in Kant è l’universale, non la bontà dell’ente voluto ne il fine per il quale si fa l’azione ma il fatto che l’azione tende ad essere universale .

Es: voglio una vita spericolata → è una massima ma non è morale perché se noi tutti volessimo fare una vita spericolata nel giro di una settimana il genere umano non esisterebbe più !

La massima infatti è una norma individuale e ora il problema è far diventare la massima individuale , una norma universale .

Se può diventare universale quella mia azione individuale diventa morale , ma se non può diventare universale è amorale !

Una massima è morale se è  razionale , perché razionale è universale ! Cioè se quella norma può essere seguito da tutto il genere umano !

 

SECONDA FORMULA DELL’IMPERATIVO CATEGORICO dice : agisci in modo da trattare l’umanità  che è in te e negli altri come fine e mai come mezzo .

Anche questa è una formula e non  una norma perché io di volta in volta so che il comportamento della persona che mi sta accanto può essere morale o immorale !

Per esempio : se io faccio amicizia con una persona semplicemente per arrivare a conoscere un'altra persona , mentre della persona intermedia non mi interessa nulla … quest’azione è immorale perché sto usando l’altro , la sua umanità come mezzo e non come fine !

Questa quindi è una formula dell’imperativo categorico perché dice che l’agire morale è determinato da un imperativo formale privo di contenuti che non può essere condizionato da nulla perciò è un imperativo categorico !

 

Il mio agire è sempre determinato dalla volontà .

 

TERZA FORMULA DELL’IMPERATIVO CATEGORICO dice : agisci in modo che la tua volontà possa essere pensata come  istitutrice di una legislazione universale !

Cioè se la mia volontà non è in grado di tendere all’universale, stiamo perdendo solo tempo perché io devo pensare il mio agire individuale come possibile fonte , tendenza universale .

Tutto questo ci da un dato di fatto definito da Kant come postulato  , come cioè qualcosa che non può essere dimostrata e cioè la libertà !

Cioè tutte queste formule dell’agire morale sono possibili perché noi postuliamo che l’uomo è libero quindi le sue azioni sono imputabili .

Es : io non posso condannare come immorale il comportamento di un leone affamato che mangia un uomo nella foresta . è un animale che agisce per istinto , non è dotato di ragione e quindi non è libero dai suoi istinti e allora agisce in base ad essi .

L’uomo è un essere libero e l’agire dell’uomo etico presuppone la razionalità dell’uomo cioè la sua capacità di volere , di assumersi la responsabilità dei suoi atti .

Tutto questo è possibile perché si presuppone , e Kant non può dimostrarlo per come ha organizzato il suo pensiero filosofico , che l’uomo è libero :D

Io sono libero di scegliere tra a e b , e il fatto di essere libero la scelta di  a o b è imputabile solo a me .

 

Perché dire tutto questo ? Per delineare il paradigma all’interno del quale avviene la crisi della modernità perché questo è il 700 . Ma noi oggi ci troviamo in un contesto etico diverso . Oggi infatti Kant è stato smontato dall’interno perché noi oggi ci troviamo nell’epoca del relativismo etico , dell’emotivismo . L’emotivismo è quel modo di pensare il giudizio etico come fondato sulla mia individualità , sulla mia emozione momentanea . Per cui ogni giudizio è differente dall’altro , cioè non c’è un metro che possa valere , per misurare le varie scelte, ma ogni scelta è auto referenziale e quindi giustificabilissima . Stiamo parlando di etica .

Relativismo etico significa dire che non esistono più criteri metastorici o meta-individuali per definire la moralità o l’immoralità di un’azione . Così ognuno è legge a se stesso !!!  Oppure la massima è diventata legge, cioè la mia norma individuale è diventata legge morale per me ! Perché? Es : due persone che sono in macchina si passano un libro . Questo libro rispetto alle persone in macchina non corre perché se lo passano in macchina , ma rispetto ad uno che sta fuori in strada e guarda il libro corre .

Non esiste un punto di riferimento esterno per cui non c’è un criterio metastorico che possa dire “ questo è sbagliato e questo non lo è”.

Da questo discende il diritto , il positivismo giuridico che è l’affermazione seconda la quale non esiste un diritto di natura o il diritto di natura è il diritto di fatto di un certo ordinamento . Per cui se il diritto di fatto di un certo ordinamento è l’unico diritto con il quale noi possiamo misurarci , quel diritto può essere tranquillamente cambiato! Il diritto dipende dalla mutate condizioni ,  se le condizioni mutano non esistono criteri oggettivi per poter non definire giuridicamente quelle condizioni e dire che queste condizioni non possono esistere !

Il relativismo storico porta quindi a giustificare qualunque forma di comportamento perché gli da una veste giuridica , ma una veste giuridica si autogiustifica in questa condizione per cui si può tranquillamente dare veste giuridica a qualsiasi tipo di comportamento :D

Tommaso dice che la legge positiva non è legge e non vale proprio perché si fonda sulla legalità e non sulla Verità !Su questo principio si basa l’obiezione dei coscienza il quale si basa sul fatto che a me lo stato riconosce di poter dire “questa legge non è legge perché va contro un mio principio”!

Noi oggi siamo nel Nichilismo e nel Relativismo. Ci si domanda allora: Come si è sgretolato il paradigma Kantiano?

Attraverso il pensiero di Nietzsche; pensiero che è all’interno del paradigma illuminista e smonta dall’interno quel concetto di universalità della ragione che c’era in Kant; cioè, se fino ad un certo punto si poteva pensare la morale fondata su Kant prossima al cristianesimo, dopo Nietzsche l’Occidente si trova di fronte ad una “rompete le righe”, cioè ognuno è diventato legge a se stesso, questo significa relativismo . Nietzsche rappresenta, dunque,  la critica più radicale, ma tutta interna, all’assurdità del pensiero kantiano , rappresenta lo sgretolarsi all’interno del paradigma Kantiano.

 Perché? Con la sentenza di “Dio è morto”, N non parlo solo del platonismo, cristianesimo ecc., ma ha anche come obiettivo tutto ciò che è universale, metafisico, razionale e fondativi. E in un certo senso Nietzsche sgretola dall’interno quel paradigma kantiano perché dimostra come il paradigma kantiano non si forma e non regge perché non ha un principio metafisico sul quale fondarsi.

Nietzsche rappresenta la crisi della modernità stessa, di denuncia di crisi della modernità!

Nietzsche ci parla di un agire che nega la ragione perché dice irrazionale, illogico non sono altro che il conflitto di forze all’interno del corpo stesso! La ragione non è altro che il risultato di conflitti di forze che sono  nel corpo e non è altro che quell’insieme di norme che hanno contribuito ad incrementare la potenza . Cioè il razionale non è logico perché è funzionale al ben , ma è solo ciò che è funzionale all’incremento della vita . La ragione è completamente smontata , ma la ragione che viene smontata è il paradigma kantiano . Nietzsche e Kant stanno nello stesso paradigma.

S. Tommaso è vissuto nel 13˚ secolo, Kant nel 18˚, Nietzsche nel 19˚. Ma noi siamo nel 21˚ . Siamo dentro al fuoco , in un momento in cui possiamo vedere come uscire dal fuoco :D Forse per uscire dal fuoco sarebbe utili riprendere e riflettere sul pensiero di ST .

Esempio del pensiero di ST utile alla modernità : concetto di agire in funzione di un fine che non dipende dal soggetto . Ma ci sono 2 pensatori, il canadese Charles Taylor e lo scozzese Alasdair MacIntyre che già negli anni 80 hanno pensato che Aristotele prima e ST dopo potevano dirci qualcosa.

Abbiamo avuto una prima attenzione per ST già con il Neotomismo . Ma altri ne hanno parlato come Maritain, Gilson.

 

FRIEDRICH NIETZSCHE

Nietzsche rimane folgorato dalla lettura di un libro di Schopenhauer, Il mondo come volontà e come rappresentazione. Nietzsche nasce come filologo infatti a 26 anni già era docente di Filologia all’università di Basilea.

Rimane folgorato dunque dal pensiero di Schopenhauer e all’inizio dipenderà molto dal suo pensiero anche se poi ne prende le distanze.

 

L’idea di Schopenhauer è che dietro il mondo che noi vediamo c’è un solo principio, una sola forza che è la volontà, una forza che è impersonale, eterna, che si trova dentro le piante, dentro le cose! Il filosofo di Danzica è uno dei primi pensatori che intende l’essere come volontà, come forza irrazionale, e trascendente la volontà del soggetto . Quella di Schop. è una fisica immanente, non c’è più un mondo delle idee, non c’è nulla al difuori del mondo.

 La risposta a questa volontà in Schopenhauer è no ! Cioè no alla vita parchè la vita  è volontà ! Se noi ci vogliamo liberare da questa volontà dobbiamo non volere .

 

Nietzsche invece dice Si alla vita! Alla crudeltà della vita si risponde con max volontà , alla violenza della vita si risponde con max violenza , perché se l’essere è volontà , in quanto volontà l’essere potenzia e accresce se stesso !

Il nemico di Nietzsche è Socrate! E questo è presente nella sua prima opera e anche in alcuni aforismi come per esempio quello della “gaia scienza” dove c’è il famoso aforismo 340 intitolato “Socrate morente” . Nell’aforisma della gaia scienza Nietzsche riprende un passo del Fedone di Platone (opera che racconta la vita di Socrate). Racconta Platone nel Fedone che prima di morire Socrate dice a Critone:” Ricordati che siamo in debito di un gallo ad Asclepio”. Asclepio è dio greco della medicina e secondo i greci si sacrificava un gallo ad Asclepio quando si guariva . Allora dice “ma cosa sta dicendo? Socrate si sta prendendo gioca della vita? Lui dice in punto di morte che è guarito perché la morte è il raggiungimento di un obiettivo . Perché in Platone la filosofia è l’apparecchio della buonamorte , l’anima attraverso la filosofia si esercita a separarsi dal corpo per contemplare le idee, principii metafisici .

Socrate si è liberato della vita e può contemplare le idee.

 

Nietzsche dice l’esatto contrario perché dice che questo beffardo di Socrate si è preso gioco della vita. Ma noi dobbiamo essere  più saggi dei greci  . Non c’è trascendenza, non c’è una metafisica, non ci sono valori … Nietzsche dice: la vita è tutta qui! ovvero egli nega ogni trascendenza; ma questo è già un atto di volontà di potenza, non certo rispondente alla verità di ciò che è l’essere, il quale non si riduce né alla conoscenza di esso né alla volontà che vuole che esso sia.