Rasputin- Epitragedia pietroburghese in quattro movimenti - versi-1

Prologo – Overture

 

Sergej Sergeevič Prokof'ev

Sinfonia n° 7 - (1° movimento)

 

Starec Anatolij Zosima [i]

Chi può misurare l’altezza del cielo e con il cavo                                              

delle mani pesare tutta l’iniquità della terra?

All’Altissimo solo spetta il giudizio. Semmai

poeta, nell’intreccio del verso, il dolore lenire

5          e cantare altro Canto alla stirpe dei Rjurikidi[ii],

ai figli di tutte le Russie che salgono su al fronte;

al Monaco siberiano che tenta di circoscrivere

in fretta la tempesta; al Naròd[iii] che solo espiò

nel silenzio colpa e porta croce mai finora cantata.

Che l’Autore d’ogni cosa spiri dentro di me e come

10        Marsia canto nuovo ne sugga. Sono stato sull’isola,                                         

Òstroff![iv] – qui sopra, fin sul mare bianco, alle iperboree

Solovkij[v] - qui ad espiare il mio peccato per cinque

lustri, nel silenzio delle notti sideree, lì dove

il cielo è d’acqua e il fuoco tinge di luce bianca

15         il firmamento, quando la lunga notte diventa biacca,                          

e incanta i figli di Melpomene, proprio qui dove

il tormento si scava una nicchia nel cuore della stirpe

delle Eliadi, nel tragitto verso la Porta rosa

che si apre sull’infinito. Griša![vi] Questo canto, carme

20        oblungo come trincee che salgono dal fronte fin’a                                           

Pietrogrado, l’antica città dello Zar. Nel solco vuoto

della terra di Rus’ scorre il sangue d’un popolo tradito

dalla sua Intellighenzia; sangue che per un decreto

divino al Santo Sangue di Cristo s’unisce in un

25        sacrificio escatologico. Consacrate questa terra                                    

alla Bogoròditsa[vii], Ella chiede all’estremo lembo

di Eurasia, nella bionda terra di Portogallo, quando

l’alba morta sorge sulla Neva, oltre l’ossa gelate

del monaco siberiano. Ora nuovo canto erompe

30        dalle fibre e sale dal petto dal silenzio squarciato.                                

Ora, d’altro monaco vengo qui, a cantare le gesta

sul limitar di Dite di questa civiltà che fu faro;

ora, altra storia canto, controstoria oltre l’infamia

delle storie rifatte, membra tagliate a pezzi, delle

35        carni di uomini e di Zar, arse nelle notti della                                       

rivoluzione bolscevica, aurora messianica falsa.

 



[i] Starec, termine con cui si indica l’antichissima figura di monaco russo che, anche senza essere sacerdote, diviene guida spirituale, grazie ad una vita di preghiera, di ascesi e di meditazione, di comunione con Dio. 

[ii] Stirpe che regnò in Russia I Rjurikidi o Rurikidi  furono la dinastia dominante durante la Rus' di Kiev a partire dall'862, poi del Principato di Galizia-Volinia dal 1199, del Principato di Vladimir-Suzdal', del Granducato di Mosca ed infine del Regno di Russia a partire dal 1168 e dello Zarato Russo dal 1547, fino ad Ivan IV detto il terribile.

[iii] Termine russo che indica il popolo, oltre che come entità etnica anche come entità spirituale, cristificato, unito cioè al Cristo russo.

[iv] Òstroff in russo significa isola.

[v] Le isole Soloveckie, note anche con il nome di Solovki, sono un arcipelago del Mar Bianco. Situate nella baia del fiume Onega, a ovest della punta della penisola di Onega, le isole amministrativamente appartengono al Primorskij rajon dell'Oblast' di Arcangelo. Sono note per essere state sede del primo campo di lavoro sovietico (SLON) e per essere state utilizzate come paradigma da Aleksandr Solzhenicyn per descrivere l'intero sistema dei gulag nell’opera Arcipelago Gulag.

[vi] Griša soprannome di Grigorij Efimovič Rasputin.

[vii] Termine russo con cui sci si rivolge alla Madonna, letteralmente significa Madre di Dio.