Rasputin - Epitragedia pietroburghese in quattro movimenti -versi- 4

2° Movimento 

 

Igor’ Fëdorovič Stravinskij

“L’uccello di fuoco” - (1° scena)

 

Rasputin

310       l’ora preme, ci chiama… la guerra… la guerra tutti bramano,

chi potrà non dico fermarla, ma almeno… “quest’inutile

strage?” Ecco il popolo muore e langue sotto i colpi

della sorte, ma a chi importa del popolo, a Bàtiuška?

sicuramente! … Io sono la Russia, … lo spirito

315       contadino, chi uccide me uccide tutta la Russia.

 

Coro

Pace da offrire ai Nibelunghi, delle nebbie popolo

che conosce il segreto dell’acciaio, prima del troppo

tardi, prima che la santa madre Russia stramazzi tutta

da dissidente in uno sperduto gulag, come Pavel

320      Florenskij l’anima, il cielo guardando, ispirata scrisse:

 

Anima di Pavel Florenskij[i]

Vi scrivo dal Gulag, qui dove ‘l cielo a scacchi si fionda

nel silenzio demente del regime; sciorino i grani

ultimi di questi giorni in preghiera. Ah! Se solo

potessi scrivervi, oh miei amati, sapreste che

325      affido alle stelle i pesi dell’anima; e voi

con me i vostri. Nell’azzurro del cielo sciolgo

ogni tristezza, le offese, i fallimenti e i segni

della croce abortiti, al venire delle mostrine

celesti. Alla quiete del cielo il Buran che affligge,

330      come quando colpì la pace inascoltata che saliva

dalla Siberia, prima che questo nostro mondo in toto

cadesse. Orsù, usciamo tutti all’aria aperta, stiamo

da soli, il cielo e noi; così che quiete a quiete

si comunichi, quando l’arsura per la mancanza della

335      prosfora brucia l’anima, come ‘l Buran ogni bocciolo.

 

Coro

Che porti dentro al petto, Starec venuto dalla taiga?

 

Rasputin  

... “Mi sono affacciato alla finestra e ho visto gocce                    

di sangue che battevano contro i vetri… mentre

in terra si formavano pozzanghere di sangue

340      e fango e nel fango sguazzavano maiali, lupi

e altri immondi animali." Che ne sarà della                                

Russia e del mondo e della vera fede, qui su questa

terra e sulla terra nel secolo che ora sboccia?

 

Coro

Che hai nel cuore, piccolo Griša?  Puoi forse tu tenere

345      in mano il destino di tutte le Russie? Tu, piccolo

pellegrino siberiano, ma la serpe intriga nelle

tenebre, affonda i denti la belva, perché il male

non dorme mai, non dorme mai, tu sai Griša?

 

Rasputin

Una spina di legno che non gemma in fiore, un sasso

350      gettato nello stagno in pieno gelo, che pare bussare

come il rintocco di una campana a morto, sola

sul portale di ghiaccio di un mondo che lì mi aspetta.

A volte, odo il canto di laggiù a me venire, come il fruscio

del grano prima della mietitura allorquando ‘l vento

355      mattutino, appena sorto ‘l sole, piega come mare

le cime degli steli di grano e descrive nei campi

i suoi arcani disegni. A volte, pare solo aprirsi

un varco, solo un varco, come un utero piccolo,

buio, al di là del quale un bagno di luce si squarcia.

 



[i] Pavel Aleksandrovič Florenskij  (9 gennaio1882 – 8 dicembre 1937) filosofo, matematico, scienziato e presbitero russo. Imprigionato in un Gulag per odio anticristiano, morì fucilato per ordine del regime sovietico l'8 dicembre 1937.