Glosse

Non c'è che dire: scrivo per i posteri. I miei Poemi, le mie Epitragedie, i miei versi, si capiranno, si aprrezzaranno e si leggeranno solo fra cent'anni.

 

Ai miei contemporanei solo gli enigmi di Eraclito e i versi inconsulti di Parmenide e del suo magnifico poema in esametri.